Il fatto che la prima manifestazione di Art Nouveau, al suo stadio più maturo, con una dilatazione e diffusione internazionale, si abbia in Belgio, a Bruxelles (e basterebbero i nomi di Horta, Serrusicr- Bovy, Vaii de Velde, Hankar, per indicarne la portata), è fenomeno che si spiega considerando l'insolita vivacità della vita culturale, della letteratura e della pittura, soprattutto, del periodo.Nel 1886 usciva il Manifesto dei Simbolisti: il poeta Verhaeren portava a Vati Rysselberghe, il pittore simbolista belga, il messag- gio di Seurat (al quale, poi, egli dedicherà il suo " Les Aubes ", 1898). " Se in Francia il simbolismo è un fenomeno di contestazione nel mondo borghese della III Repubblica in chiave di élite e di aristo- crazia intellettuale, analoghe condizioni non possono verificarsi nel Belgio che non aveva conosciuto la dura lezione di Sedan. Qui, sem- mai, l'isolamento della letteratura trova la sua verifica nella prefe- renza per i temi di un passato primitivo e barbarico. Ma con questo affiora anche il mito sociale, l'esaltazione dei contadini e degli ope- rai, l'ipotesi di una fratellanza universale perché, ' si les patries sont belles, douces au coeur, vivantes à la mémoìre, les nations armées de frontières sont tragiques et funestes ; et le monde entier reste encore
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